"Questo, e non altro, è, nella sua ragione più profonda, la casa: una proiezione dell'io". Mario Praz

Domus Mare risponde a un bisogno ancora più profondo: quello di ricostruire la casa natia. Quella casa natia lasciata all’età di quattro anni, di cui quel bambino ha sempre conservato, indelebili ricordi: il segreto giardino interno, le alcove in cui protetto dormiva, l’azzurro delle piastrelle vietresi della cucina, poste lì di fronte al camino, i libri antichi di medicina, di diritto e quelli ecclesiastici con cui giocava, la targa di marmo, lì in soffitta, con i confini del paese incisi in latino.